Siamo Chiusi , apriamo alle 08:15

La scienza dell’invecchiamento: perché a 40, 60 e 80 anni il corpo cambia marcia

In questo articolo parleremo di:

40-60-80 : i numeri dell'invecchiamento

Le nuove evidenze scientifiche dimostrano che l’invecchiamento non procede in modo uniforme: esistono momenti critici della vita in cui il ritmo biologico accelera improvvisamente, influenzando la longevità e la qualità della vita.

I momenti chiave: 40, 60 e 80 anni

Uno studio condotto in California su 108 volontari, seguiti per diversi anni, ha mostrato che i marcatori molecolari dell’invecchiamento non cambiano in maniera graduale, ma presentano salti improvvisi [4]. In particolare:

  • Verso i 40 anni si osservano variazioni legate al metabolismo dei grassi, dell’alcol e a funzioni cardiovascolari.
  • Intorno ai 60 anni le modifiche riguardano soprattutto il sistema immunitario e la regolazione del metabolismo del glucosio, segnando una vulnerabilità crescente verso malattie metaboliche e infiammatorie.
  • Verso gli 80 anni emergono cambiamenti diffusi, che interessano più sistemi biologici e si traducono in una maggiore fragilità complessiva.
Un altro studio, su oltre 4.200 individui e basato sull’analisi di quasi 3.000 proteine plasmatiche, ha confermato questo andamento “a onde”: il proteoma umano presenta tre picchi principali di trasformazione, proprio a 40, 60 e 80 anni [5].

Perché è importante questo nuovo modello

Il fatto che l’invecchiamento non sia lineare ma a fasi critiche ha implicazioni significative per la longevità. Innanzitutto, ci aiuta a comprendere perché molte persone percepiscono un “cambio di marcia” nella propria salute in momenti specifici della vita: difficoltà digestive, ridotta resistenza all’alcol, calo delle energie o aumento della vulnerabilità alle infezioni.

In secondo luogo, questo modello consente di individuare finestre temporali di intervento. Sapere che a 40 o 60 anni avvengono trasformazioni decisive suggerisce che quelle età siano momenti strategici per la prevenzione, la diagnosi precoce e l’introduzione di terapie mirate per preservare la longevità in salute.

Un approccio multi-omico all’invecchiamento

La ricerca che ha portato a queste scoperte utilizza tecniche avanzate di biologia “multi-omica”, che integrano dati genomici, trascrittomici, metabolomici e proteomici. Questo approccio permette di cogliere la complessità del processo e di individuare le interazioni tra geni, proteine e percorsi metabolici.

Tali studi stanno aprendo la strada all’identificazione di nuovi biomarcatori che potrebbero diventare strumenti fondamentali per monitorare lo stato biologico dell’invecchiamento e della longevità, superando la semplice età cronologica come indicatore di salute.

Comprendere e modulare l’invecchiamento

Capire che l’invecchiamento non procede in modo lineare ci aiuta a intervenire in maniera più mirata nei momenti critici della vita. Riconoscere i cambiamenti biologici che avvengono a 40, 60 e 80 anni significa poter adottare strategie personalizzate per mantenere longevità e salute nel tempo. Chi desidera approfondire come alimentazione, genetica e stili di vita possano modulare i processi dell’invecchiamento può leggere il libro “Longevi, sani e felici” del Dr. Damiano Galimberti-autore dell’articolo. Un testo che unisce scienza, nutrizione ed epigenetica per aiutare ciascuno di noi a trasformare la durata della vita in qualità della vita, vivendo più a lungo e meglio.

Per approfondire il ruolo dei geni e dell’epigenetica nella longevità, leggi l’articolo “Genetica e longevità: un equilibrio tra natura e scelte di vita”.
Se invece ti interessa il lato demografico e sociale, scopri “Centenari e longevità: un fenomeno in crescita che cambia la nostra società”.

Conclusioni

L’invecchiamento non è un fiume che scorre lento e uniforme, ma un percorso fatto di cambiamenti improvvisi e accelerazioni. Comprendere queste dinamiche significa non solo descrivere meglio la biologia dell’età, ma anche intervenire in modo più mirato e tempestivo, trasformando la prospettiva dell’invecchiamento da inevitabile declino a processo modulabile, a beneficio di una longevità più sana e sostenibile.

Bibliografia

  • Galimberti D et al. Nutrigenomica e Epigenetica: dalla biologia alla clinica, 2017 Edra Ed.
  • Galimberti D et al. Longevi sani e felici, 2025 HarperCollins Ed.
  • Bucci L, Ostan R, Cevenini E, Pini E, Scurti M, Vitale G, et al. Centenarians’ offspring as a model of healthy aging: a reappraisal of the data on Italian subjects and a comprehensive overview.
  • Aging. 2016;8(3):510–522. doi:10.18632/aging.100912.
  • Shen, X., Wang, C., Zhou, X., Zhou, W., Hornburg, D., Wu, S., & Snyder, M. P. (2024). Nonlinear dynamics of multi-omics profiles during human aging. Nature aging, 4(11), 1619–1634.
  • Lehallier, B., Gate, D., Schaum, N., Nanasi, T., Lee, S. E., Yousef, H., Moran Losada, P., Berdnik, D., Keller, A., Verghese, J., Sathyan, S., Franceschi, C., Milman, S., Barzilai, N., & Wyss-Coray, T. (2019). Undulating changes in human plasma proteome profiles across the lifespan. Nature medicine, 25(12), 1843–1850. https://doi.org/10.1038/s41591-019-0673-2

Hai trovato utile l'articolo?

Condividi su

Potrebbe interessarti